Biografia Marco Fanno

NOTE BIOGRAFICHE

Marco Fanno nacque a Conegliano (Treviso) l’8 agosto 1878: suo padre Giacomo era commerciante (articoli di ferramenta) e sua madre Emma Diena proveniva da una famiglia di noti giuristi. La sua famiglia apparteneva alla comunità ebraica di Conegliano. Non si dedicò agli affari, però ebbe un profondo interesse per i fenomeni economici che volle studiare ed interpretare con una rigorosa analisi che lo portò a notevoli risultati scientifici. Compì gli studi alla Scuola Superiore di Commercio di Venezia e conseguì nel 1902 l’abilitazione all’insegnamento delle discipline economiche nelle scuole medie; nel 1904 ottenne la libera docenza in Economia Politica presso l’Università di Padova. Dal 1905 fu professore di Economia Politica presso la Scuola Superiore di Commercio a Genova, poi all’Università di Sassari, Cagliari, Messina, Parma. Durante il periodo di insegnamento in Sardegna conobbe Matilde, che sposò nel 1909: era questa una figlia di Mery Fuchs di Conegliano e del Conte Raffaello Sernagiotto di Casavecchia – di origine trevigiana - allora Preside della Scuola Superiore di Agraria in Cagliari. La moglie Matilde, da cui non ebbe figli, fu compagna affettuosa e assidua collaboratrice per tutta la vita. Insegnò anche all’Università di Messina e Parma dal 1914 al 1919. Quando scoppiò la guerra fu chiamato alle armi come capitano; in seguito insegnò all’Accademia Militare "nozioni di economia e diritto". All’Università di Padova insegnò Scienza delle Finanze dal 1920 al 1928 ed Economia Politica dal 1929. Durante il periodo fascista – a causa delle leggi razziali – fu sospeso dall’insegnamento dal 1939 al 1945 trovando rifugio, nel periodo più pericoloso, nell’Abbazia di Praglia presso Padova; nel 1945-1946 fu reintegrato nella cattedra di Economia Politica dove rimase fino al 1953 quando lasciò l’attività universitaria per limiti di età. L’intensa attività di studioso portò molti riconoscimenti di alto livello, fra i quali citiamo: 

  • Socio corrispondente - dal 1930 – poi dal 1932 Socio Nazionale dell’Accademia dei Lincei.
  • Membro dell’Econometric Society dal 1933 al 1945
  • Socio effettivo dell’Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Padova dal 1934
  • Socio effettivo dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti dal 1945
  • Premio Marzotto nel 1952 per le scienze economiche
  • Professore Emerito dell’Università di Padova nell’aprile 1955

Alle doti di studioso il Prof. Marco Fanno univa quelle di un animo generoso soprattutto verso i suoi studenti e collaboratori. In suo onore sono state istituite dal MEDIO CREDITO CENTRALE – Roma - borse di studio per il perfezionamento nel campo della cultura economica, della finanza aziendale e internazionale.

Marco Fanno morì a Padova il 14 gennaio 1965.


 TEMI DELLA PRODUZIONE SCIENTIFICA

L’analisi economica di Marco Fanno, che si svolge per un periodo molto lungo che va dal 1900 (quando pubblicò il suo primo saggio "Protezionismo industriale ed agricolo" Torino, Bocca) al 1964 (quando pubblicò "Costantino Bresciani-Turroni in memoriam" Weltwirtschaftliches Archiv, 92 pp. 233-237) ha riguardato soprattutto i seguenti temi:

  • teoria della moneta e delle banche
  • sviluppo (popolazione, risparmio, progresso tecnico) e fluttuazioni economiche
  • commercio internazionale
  • trasferimenti anormali di capitali

Qui vengono citate le pubblicazioni più importanti in cui l’analisi è esposta:

  • "Le banche e il mercato monetario" 1912 Roma, Athenaeum pp.394
  • "Contributo alla teoria dell’offerta a costi congiunti" 1914 Roma, Athenaeum p.142
  • "Die reine Theorie des Geldmarktes", Beitràge zur Geldtheorie (edited by Friedrich A. von Hayek) 1933 Vienna, Verlag von Julius Springer, pp. 1-113
  • "I trasferimenti anormali di capitali e le crisi" 1935 Torino, Einaudi pp.15 e UTET 1992
  • "La teoria delle fluttuazioni economiche" 1947 Torino, UTET pp.464 (e 1956 pp.487)
  • "La teoria economica della colonizzazione" 1952 Torino, Einaudi pp.387
  • "Le teorie delle fluttuazioni economiche" 1952 Giornale degli Economisti 11 – pp.533-570
  • "Note in margine al Trattato del Mercato Comune Europeo" 1958 Il Mercato Comune - Quaderno n. 44 - Roma, Accademia Nazionale
  • dei Lincei ,pp. 84-103
  • "La teoria del credito e della circolazione" dattiloscritto senza data (probabilmente negli anni ‘30), pubblicato a cura di Graziani-Realfonzo. Collana di "Economia Monetaria" 1992 Napoli - Edizioni Scientifiche Italiane

Teoria monetaria

All’inizio del ‘900 la teoria neoclassica della moneta e del credito è condivisa dalla maggior parte degli economisti: la moneta-merce intermediaria degli scambi non altera il funzionamento del sistema economico capitalistico, essa è "neutrale", e la quantità di moneta in circolazione viene considerata semplicemente un dato esogeno. Il sistema bancario si limita ad agire da intermediario tra domanda ed offerta di risparmio, il credito è funzione delle riserve cui si adegua attraverso i movimenti del tasso di interesse: questi sono i punti essenziali della teoria quantitativa della moneta. Marco Fanno non condivide la teoria quantitativa di Fisher, ma si avvicina alla teoria monetaria di Wicksell, economista svedese, per cui il circuito monetario non è neutrale ma ha una sua valenza come grandezza endogena determinata dal livello della domanda globale. Importante è il legame tra interesse naturale ed interesse monetario nella determinazione della domanda di finanziamenti. Tuttavia Marco Fanno si distacca dallo stesso Wicksell per quanto riguarda l’offerta di moneta, perché il sistema bancario non può godere di un potenziale di credito illimitato. Pur con questa originale impostazione della teoria monetaria, Marco Fanno rimane inserito nel filone degli economisti neoclassici. E anche in relazione alla sua teoria sulla necessità di una sola banca di emissione, il suo pensiero è particolarmente affine a quello di Ludwig von Mises e Friederik von Hayek che proprio in quegli anni esponevano le loro analisi.

Sviluppo e ciclo

La teoria della moneta di Marco Fanno contiene alcune riflessioni che vanno al di là della spiegazione dei movimenti dei prezzi perché cercano di spiegare anche lo sviluppo economico: infatti la sua analisi è soprattutto concentrata sul rapporto tra moneta ed accumulazione, come il credito finanzia gli imprenditori, come si ripartisce il reddito tra salari e profitti in modo che si formi il risparmio in grado di finanziare a sua volta l’investimento. Egli ritiene che la crescita effettiva dipenda soprattutto dall’investimento globale delle imprese, vero elemento "originale" - oltre necessariamente all’incremento demografico, la propensione al risparmio e le innovazioni tecnologiche. Sono molti – a questo proposito - i punti di contatto con Keynes e Schumpeter sia per la sua teoria delle fluttuazioni, per il rapporto tra risparmi ed investimento e per il ruolo svolto dall’innovazione nello sviluppo economico.

Movimenti internazionali di capitali – Tassi di cambio

Il fenomeno dei movimenti internazionali di capitali fu analizzato da Marco Fanno ancora nel 1935 in " I trasferimenti anormali dei capitali e le crisi" (di cui esistono più edizioni ed una recente ristampa in Utet 1992): il suo pensiero è veramente ancora attuale sia in riferimento alle politiche di stabilizzazione e sviluppo dei paesi "emergenti" sia in riferimento alle problematiche suscitate dal Trattato di Roma del 1957 e successiva liberalizzazione dei movimenti di capitali nella Comunità Europea. Mentre sono "normali" i trasferimenti di capitali che dipendono dal saggio di interesse "netto" esistente nei diversi paesi, sono invece "anormali" quei trasferimenti di capitali che dipendono da pagamenti di debiti di guerra, dall’introduzione o aumento di una imposta sul capitale, da instabilità politica o da sfiducia nel sistema bancario nazionale o nella moneta nazionale. Questi movimenti anormali non dipendono, come gli altri, dalla quantità di risparmio volontario disponibile, ma costituiscono un vero e proprio esodo di risparmi già accumulati o investiti, sono uno " stock" – non un flusso - che in brevissimo tempo esce dal Paese. Pertanto le aspettative sul tasso di cambio hanno un ruolo fondamentale nel determinare il valore della moneta colpita da un trasferimento anormale di capitali: la moneta si stabilizzerà quando gli operatori riterranno che il cambio non si deprezzerà più, mentre la fuga di capitali continuerà se non ritornerà la fiducia. Sulla liberalizzazione dei capitali entro gli Stati partecipanti alla Comunità Economica Europea, M. Fanno sviluppò il tema della "necessità prioritaria" della stabilità di tutte le monete degli Stati firmatari: infatti, se una di queste monete non fosse stabile, i capitali fuggirebbero dal Paese anche se ci fosse un tasso di interesse più alto: ciò comporterà nella Comunità l’annullamento dei fini per cui è stata costituita in quanto la distorsione delle correnti commerciali provocata dal cambio instabile è anche peggiore dei dazi e premi che si volevano abolire. Per l’inizio dell’Unione Europea al 1° gennaio 1993 è stato quindi essenziale aver realizzato la stabilità dei cambi fra le monete degli Stati firmatari.


PUBBLICAZIONI DI MARCO FANNO

Per l’elenco completo - in ordine cronologico - delle pubblicazioni di Marco Fanno consultare "Marco Fanno – l’uomo e l’economista" a cura di Marialuisa Manfredini Gasparetto ed. CEDAM 1992 – Padova – pp. 234-239

Si consulti anche il sito della biblioteca dell'Università degli Studi di Padova (sulla voce autore:digitare "Fanno" quindi esegui ricerca)